Il libro di tutte le cose


L'osservatore (svizzera) 11•10•2022

Al Teatro Foce invece, nel pomeriggio, ha finalmente potuto debuttare Il libro di tutte le cose, realizzazione del Teatro Pan con Bam!Bam! Teatro, coproduzione LAC e Teatro Ristori di Verona. Si tratta di un adattamento dal romanzo dell’olandese Guus Kuijer, ambientato negli anni ’50, un dopoguerra ancora pieno di astio e diviso tra chi ha operato nella resistenza e considerato “comunista” e i reazionari. C’è il tema religioso, di un cristianesimo biblico intransigente, ma centrale è la violenza domestica che non
è una scoperta dei nostri giorni (le favole e le storie per ragazzi ne sono piene) ma purtroppo risulta ancora attualissima). Molti dunque gli spunti. Il bambino protagonista è un pupazzo mosso da chi, poi capiremo, il lui stesso diventato adulto. I costumi bizzarri dei personaggi portano, da una parte, ad un’astrazione atemporale, dall’altra, ad una simbologia favolistica, la madre-formica, il padre-rapace, la sorella-volpe... Il padre è dispotico e manesco, violento, Bibbia sempre in mano, nei confronti della moglie e del bambino che a chi gli chiede cosa vuole diventare da grande, lui risponde semplicemente: “diventare felice”. Il piccolo cerca
rifugio tra i libri e la speranza, incontrando Gesù (quindi un Nuovo Testamento più comprensivo dell’Antico) che gli parla attraverso una pianta (il film spagnolo Marcellino pane e vino è del ’55); una signora stravagante, tacciata di essere una strega, gli aprirà il mondo delle letture e gli proporrà addirittura di realizzare un circolo dei libri. Fa parte di questo universo sensibile ai deboli anche l’amica andicappata. L’arma per combattere il prepotente è quella di vincere la paura e ribellarsi, lo farà la sorella e poi tutte
le altre donne che decidono di non più subire. L’uomo è messo all’angolo e capisce quanto sia disonorevole il suo comportamento.
Pochi oggetti e un piacevole effetto scenografico, un paravento funzionale e dipinto che, quando si apre, mostra l’interno delle case e chiudendosi diventa un naturale fondale esterno (a firma di Beatrice Alemagna); regia di Lorenzo Bassotto, quattro in scena che si dividono più parti, Viviana Gysin, Cinzia Morandi, Roberto Maria Macchi e lo stesso Bassotto. Lo spettacolo è piaciuto sia
agli adulti sia ai bambini. E potrà partire per una lunga tournée. Prossima tappa ticinese, ad inizio anno, il Teatro Sociale di Bellinzona.

La voce di Mantova  - 12•02•2023

VERONA Un teatro Ristori gremito ha salutato con lunghi e scroscianti applausi la prima nazionale de “Il libro di tutte le cose”, spettacolo coprodotto con Lac Lugano Arte e Cultura e che vede anche la collaborazione dell’illustratrice Beatrice Alemagna, la partecipazione di Unicef Italia e il patrocinio di Telefono Rosa.

Bam! Bam! teatro e teatro Pan hanno portato in scena un adattamento fatto dal regista stesso Lorenzo Bassotto e dall’aiuto regista Monica Ceccardi dell’omonimo romanzo di Guus Kuijer, “Il libro di tutte le cose”, potente testo di formazione per ragazzi consigliato a partire dagli otto anni. Il protagonista Thomas deve affrontare un padre spesso violento che getta lui, sua madre e sua sorella nello sconforto e nella paura. Ma Thomas è fermamente deciso a diventare felice, si nutre di sogni e si confessa ad una piantina che nella sua fantasia ha la voce di Gesù. Ognuno nella famiglia di Thomas dovrà affrontare un viaggio introspettivo per liberarsi da tutto ciò che li opprime e il pubblico si ritroverà a riflettere sulle proprie relazioni e su quanto la nostra sorte possa cambiare, nel momento in cui si incontra una famiglia d’anima, grazie alla quale essere pienamente se stessi. Thomas da grande vuole diventare felice: inizierà ad esserlo quando riuscirà a trovare la forza in sé e fuori di sé per liberare la sua famiglia dalla paura. “Da grande diventerò felice. E sai quando si comincia ad essere felici? Quando non si ha più paura”.

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