FUORI REPERTORIO
Hansel e Gretel
Una produzione di Fondazione Aida con il contributo di Regione Veneto
adattamento di e con Monica Ceccardi e Irene Fioravante
illustrazioni di Beni Montresor e Marco Ferrara
costumi di Marco Ferrara
voci off di Irene Hogsberg, Gianluca Elponti e Mariuccia Stacchino
audio editing di Marco Ava e Stefano Papetti
tecnico audio-luci Claudio Modugno
regia di Lorenzo Bassotto
La dimensione onirica, molto presente in questo racconto, abbiamo pensato potesse essere la nostra chiave di lettura. Tutta la messa in scena quindi ha puntato a valorizzare i colori netti e le immagini molto semplici, lineari e ritagliate come nel libro di Beni Montresor, per accompagnare e ambientare la narrazione delle due attrici. La semplicità delle immagini si accompagna ad una chiarezza ed essenzialità nel testo dando proprio la connotazione di un sogno, o di un incubo a seconda degli eventi, a tutta la storia. Entrare quindi nei fili di questa avventura iniziatica sarà per il piccolo spettatore facile come chiudere gli occhi per lasciarsi trasportare dall'immaginazione. Per questo motivo, abbiamo scelto come schermo un particolare tipo di tulle che ha una resa di immagine molto forte e che permette il passaggio attraverso le sue trame, i suoi fili, quasi a voler significare l'immersione totale, l'immedesimazione dello sguardo dello spettatore con quello dei due protagonisti. Anche le coreografie contribuiscono al coinvolgimento emotivo senza essere movimenti di danza fine a se stessi ma contribuendo come descrizione non verbale alla comprensione degli eventi e delle emozioni. Un'attenzione particolare è stata data ai costumi. Bianco essenziale con segni che richiamano l'illustrazione, il fumetto. L'insieme molto semplice conterrà anche un suggerimento sulla sorte dei due personaggi, che si rispecchia poi in quella di ogni spettatore. Hansel e Gretel sono uniti nel destino e vivono insieme questa avventura questa esperienza terribile che li farà maturare. La loro vita, fino a quel momento tenuta insieme, legata come le due metà di un cerchio, alla fine si dividerà in due creando due unicità ma con una nascita comune sempre presente. Una sorta di segno sulla pelle.
Lorenzo Bassotto
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