Un sacchetto di biglie


L'Arena • 21 settembre 2105

Un sacchetto di biglie può essere come i sassolini di Hansel e Gretel persi nel bosco o le briciole che Pollicino usa per ritrovare la strada di casa. Di viaggio, di storie e di metafore si tratta. Che siano i protagonisti di una fiaba di Grimm o due bambini della Francia occupata, uno dei quali è l'autore del romanzo ed è pure nel cortile dell'Abaco ad assistere alla messa in scena che di quel romanzo ha fatto Bam!Bam!Teatro. L'occasione era quella del Tocatì ma lo spettacolo funzionerà anche per la giornata della memoria perché il paesaggio temporale e tematico è quello della discriminazione razziale nazista. Ad entrare in un bosco di pericoli sono i due fratelli Joffo, Maurice e Joseph che oggi presta anche la voce per accompagnare la narrazione. Uno scollamento temporale, un fuori scena che raffredda un po' il lavoro fiabesco immaginativo pensato da Lorenzo Bassotto per la regia dello spettacolo. La voce off, narrante celebra (un po' troppo) il mestiere dell'attore e dei due attori in particolare e riflette sul destino, i casi della vita irrigidendo la poesia dello spettacolo dentro una didascalia. C'è già la musica pensata e suonata dal vivo da Olmo Chittò a stabilire un mood da carillon. C'è la poesia delle scene temperata nell'armonia dei colori monocromatici. E poi ritroviamo la fantasia munariana nell'uso delle cose. Gli oggetti aperti all'immaginazione, tradotti con eleganza e ancora una volta costruiti per essere moduli che alludono alle città, ai luoghi, ai mezzi che i due bambini usano e attraversano di tempo in tempo, di situazione in situazione. Le biglie sono pianeti, le cassette di legno case e skyline. Il testo, adattato dallo stesso Bassotto è questa volta lineare, piano, organizzato lungo la linea cronologica del viaggio verso Nizza e del ritorno a Parigi, ma anche i passaggi storici sono comprensibili alla fascia d'età indicata. Ci si concede pure delle canzoncine che tolgono la pesantezza agli eventi raccontati. Una base buona per inserire piccole parentesi di senso come la domanda: “ma cosa significa essere ebreo?”. Coesione dunque, tra la semplicità narrativa e la forma che questa assume sul palco. Operazione pulita da eccessivi innesti della Commedia dell'Arte, e nemmeno troppo legata alla letterarietà del romanzo. Bassotto e Roberto Macchi hanno trovato, ora più di prima, un equilibrio tra gli intenti in campo: mantenere la raffinatezza della scena, appoggiare il recitato su un piano di essenzialità senza fronzoli bassi, ammiccanti all'eterno gioco spalla-coppia e infine parlare con la purezza che merita un tema lungamente percorso dal teatro scolastico. Una piccola chicca, molto francese per lo stile minimale che rinsalda la tradizione dell'attore come colui che racconta storie, immedesimandosi in esse con lo spirito di un fanciullo che scopre, si meraviglia e dona. 
Simone Azzoni

L'Arena • 16 settembre 2015

Debutto assoluto stasera (alle21,15) alConservatorio
Le «biglie» di Bam!Bam!Teatro
Il gioco per resistere alla guerra 

Niente di più adatto ad un festival come il Tocatì che valorizza i giochi di strada. Un sacchetto di biglie, al debutto nel chiostro del Conservatorio domani (alle 18,30 e 21) e domenica 20 settembre (alle17) recupera la materia di un divertimento semplice e povero per farne metafora e progetto educativo. Il lavoro è una produzione di Bam!Bam!Teatro in collaborazione con Associazione Giochi Antichi e con il Conservatorio. Lo scrittore francese Joseph Joffo ha incontrato a Parigi ii regista deiio spettacoio, Lorenzo Bassotto. Dai diaiogo, avvenuto in concomitanza con ia nuova produzione cinematografica ispirata ai suo ceiebre romanzo, sono arrivati aneddoti, episodi inediti e nuovi rispetto aiia trama deiio stesso romanzo. L'autore poi, che sarà presente neiiincontro pubbiico domani aiie 17, ha concesso aiia compagnia veronese di portare in scena ia versione teatraie dei Sacchetto di biglie che debutta a Verona in anteprima assoiuta. Sui paico oitre a Bassotto ci sarà Roberto Macchi attore versatiie che già ha coiiaborato con ii regista in numerosi spettacoii per ragazzi. Anche questa proposta è rivoita ad un pubbuco di giovani. Ti tema è ia guerra, l'infanzia, ii gioco e ia reiazione tra questi eiementi in termini evocativi, simboiici e metaforici. «Ti testo», spiega Bassotto, «è scritto neii'ottica di un bambino di dieci anni costretto a crescere rapidamente accantonando ia dimensione iudica deiia sua giovane esistenza per far fronte aiia persecuzione razziaie». Lo scenario è queiio deiia seconda guerra mondiaie, in esso si muovono i protagonisti che riieggono ii gioco come metafora degii ostacoii e deiie prove da superare per sopravvivere aiia Storia. «Una dimensione evocativa che porterà i giovani spettatori a prendere coscienza di ciò che è stato e di quanto possa essere importante ii gioco neiia vita di ognuno«z. Ad arricchire una scenografia come sempre costruita suii'uso creativo degii oggetti, saranno ie musiche composte da Oimo Chittò e suonate dai vivo da un quartetto dei Conservatorio di Verona.
Simone Azzoni

L'Avvenire • 18 settembre 2015

Lo scrittore parrucchiere

Oggi alle 1 7 Josef Joffo (del quale si anticipano qui sopra i temi dell'intervento) incontra il pubblico di «Tocatì», Festival internazionale dei giochi in strada, giunto a Verona alla XIII edizione. Lo scrittore, nato a Parigi nel 1 931, presenzierà anche alla prima riduzione teatrale (per la regia di Lorenzo Bassotto) del best seller «Un sacchetto di biglie», nel quale ha raccontato la sua infanzia di bambino ebreo in fuga nella Francia occupata dai tedeschi. Joffo, dopo il successo internazionale del romanzo tradotto in più di 30 lingue, ha scritto vari altri testi per ragazzi («Anna e la sua orchestra», «Babyfoot », «Ragazza alla pari»), ma ha anche continuato la tradizione familiare con la gestione di un negozio da parrucchiere. Oggi è impegnato in una produzione cinematografica - la seconda dopo un film girato nel 1975 - del romanzo che l'ha fatto conoscere al mondo.

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