Mi chiamo Anne Frank

 L'ARENA • 29/1/2011

Shoah, catastrofe vissuta nell'intimo di Anne Frank
GIORNATA DELLA MEMORIA. Conclusa la rassegna «Attoterzo» 
Commovente rilettura di Lorenzo Bassotto del diario più famoso del mondo. I pensieri della ragazza ebrea narrati dal gatto abbandonato per potersi nascondere

Emozione e riflessione. Non è stata soltanto la trasposizione teatrale del diario di Anne Frank quella che l'attore Lorenzo Bassotto ha fatto al Teatro Filippini, a conclusione della rassegna Attoterzo nella Giornata della Memoria, ma una commovente full immersion nella storia per raccontare dal di dentro la tragicità dell'Olocausto attraverso i documenti. Nel monologo Mi chiamo Anne Frank l'attore veronese, però, non era solo in scena a parlare dell'alloggio segreto nella Prinsengracht in cui, nel cuore di Amsterdam, si recluse dal luglio 1942 per 25 mesi la famiglia Frank insieme ad altri quattro inquilini: hanno interagito con lui i musicisti Niccolò Bollettini (tastiere) e Olmo Chittò (rumorista), facendo sì che la musica (composta insieme ad Andrea Faccioli) fosse il prolungamento della parola e i suoni (il treno, il battito di apertura di Radio Londra, il mare, solo per citarne alcuni) la voce di un'epoca scandita dal leit motiv della canzone Rosamunda.
Soprabito sgualcito, camicia con pettorina, berretto di cencio, sopra maniche di cotone bianco con l'elastico e tre stelle gialle di pannolenci attaccate sul petto degli interpreti. Sono i vestiti d'antan che la costumista Sonia Mirandola ha realizzato per il narratore che nel corso dello spettacolo ha assunto anche l'identità del gatto che Anne (voce fuori scena di Monica Ceccardi) ha dovuto abbandonar quando fu costretta a lasciare casa per raggiungere il nascondiglio. Morto di freddo, volato in cielo e divenuto angelo custode della giovane è infatti il felino a fare da intermediario tra l'interiorità di Anne e il pubblico (specie giovanissimi), tutti testimoni indivisibili di un viaggio senza ritorno se non nella memoria dell'umanità. La consulenza dello storico Frediano Sessi, massimo esperto del diario di Anne Frank in Italia (presente in sala con la moglie) è stata fondamentale nella realizzazione della sceneggiatura del monologo che attinge al libro di Sessi Il mio nome è Anne Frank e non romanza, bensì riporta con rigore.
Michela Pezzani

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